Il Messaggero racconta i funerali di Andrea, il bimbo trovato impiccato in bagno a San Giovanni in circostanze che la polizia tenta ancora di chiarire, anche se a quanto pare potrebbe trattarsi di suicidio: «Volevo leggervi un biglietto che lui aveva scritto, ma l’ho lasciato a casa e forse non è un caso. Preferisco essere istintiva, così come lo era Andrea», le parole della mamma sono ormai un soffio. «Voglio pensare che tutto questo faccia parte di un disegno che adesso non capisco ma poi si avvicinerà e potrò forse comprendere. Vi prego, cercate di non pensare al futuro, di vivere nell’oggi. Datela oggi quella carezza senza aspettare domani, e datela due volte e anche di più». E vorrebbe averle date tutte le sue carezze al figlio e aver consumato tutto il suo amore. Un applauso l’accompagna mentre si allontana dall’altare, non riesce a coprire l’urlo di chi chiama il bambino, «Andrea, Andrea»: «Aveva un solo difetto, se di difetto si può parlare: stava con i deboli, con gli esclusi, con i meno simpatici », ricorda uno dei preti della parrocchia. «Quando si litigava tra compagni lui si avvicinava a chi voleva fare a botte e lo abbracciava».Equando faceva qualche «marachella, chiedeva subito scusa: papà, non lo faccio più». Era allegro, Andrea, e sereno, pieno di voglia di vivere, «il più sveglio. Lo ricordo in seconda fila, mentre facevamo la preparazione alla Prima comunione. Mi ha guardato negli occhi e lìhocapito quanto fosse attento e consapevole di quel che stava facendo», racconta il sacerdote nella sua omelia.
martedì 6 novembre 2012
Il bambino impiccato a dieci anni
Il Messaggero racconta i funerali di Andrea, il bimbo trovato impiccato in bagno a San Giovanni in circostanze che la polizia tenta ancora di chiarire, anche se a quanto pare potrebbe trattarsi di suicidio: «Volevo leggervi un biglietto che lui aveva scritto, ma l’ho lasciato a casa e forse non è un caso. Preferisco essere istintiva, così come lo era Andrea», le parole della mamma sono ormai un soffio. «Voglio pensare che tutto questo faccia parte di un disegno che adesso non capisco ma poi si avvicinerà e potrò forse comprendere. Vi prego, cercate di non pensare al futuro, di vivere nell’oggi. Datela oggi quella carezza senza aspettare domani, e datela due volte e anche di più». E vorrebbe averle date tutte le sue carezze al figlio e aver consumato tutto il suo amore. Un applauso l’accompagna mentre si allontana dall’altare, non riesce a coprire l’urlo di chi chiama il bambino, «Andrea, Andrea»: «Aveva un solo difetto, se di difetto si può parlare: stava con i deboli, con gli esclusi, con i meno simpatici », ricorda uno dei preti della parrocchia. «Quando si litigava tra compagni lui si avvicinava a chi voleva fare a botte e lo abbracciava».Equando faceva qualche «marachella, chiedeva subito scusa: papà, non lo faccio più». Era allegro, Andrea, e sereno, pieno di voglia di vivere, «il più sveglio. Lo ricordo in seconda fila, mentre facevamo la preparazione alla Prima comunione. Mi ha guardato negli occhi e lìhocapito quanto fosse attento e consapevole di quel che stava facendo», racconta il sacerdote nella sua omelia.
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